"Cercò di investire l'avvocato della ex": l'auto ha il sistema di frenata, assolto

"Cercò di investire l'avvocato della ex": l'auto ha il sistema di frenata, assolto
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 21:07 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 14:02

La tecnologia aiuta, anche a dimostrare la propria innocenza. Un uomo di Maglie è stato “salvato” dal sistema frenante della propria automobile. E non si parla, in questo caso, di un incidente stradale ma dell’imputazione di tentate lesioni che gli era stata contestata per aver, secondo l’accusa, cercato di investire l’avvocato della sua ex moglie con cui era in corso la separazione. 

La sentenza

È stato assolto dal giudice monocratico Maddalena Torelli con la formula «perchè il fatto non costituisce reato». La difesa, sostenuta dall’avvocato Luigi Corvaglia, ha sostenuto che il reato contestato fosse “impossibile”. La Hyundai di cui era alla guida, infatti, è munita di un sistema di frenata automatica, di emergenza, per evitare incidenti, tamponamenti, investimenti. Ha specificato, il legale, scheda tecnica alla mano, che mai si sarebbe potuta compiere l’azione. Ma neppure ipotizzare. 
Le motivazioni del giudice non sono ancora state depositate. La tesi del legale potrebbe essere stata condivisa, stando alla formula scelta. Ma potrebbero anche aver pesato altri fattori correlati, come ad esempio l’assoluta assenza di intenzioni “violente”. Ad ogni modo, la questione è stata affrontata in aula, con dovizia di particolari, in punto di fatto ma anche di diritto, essendo stato tirato in ballo il rarissimo caso di “reato impossibile”, una ipotesi di condotta “criminosa” non realizzabile. 
I fatti risalgono al 25 maggio 2022. Protagonista un 40enne alla guida di una Hyundai, per le vie di maglie. Secondo l’accusa (il pm in aula aveva chiesto la condanna dell’imputato a quattro mesi di reclusione), l’uomo avrebbe compiuto «atti diretti in modo non equivoco a cagionare lesioni personali» a due persone, tra cui il legale della ex moglie, tentando di investirli con la propria autovettura. E non riuscendo nell’intento per ragioni indipendenti dalla propria volontà, «in particolare - è scritto nel capo di imputazione - perché i due, grazie alla loro prontezza di riflessi, riuscivano a schivare l’auto trovando ricovero nello spazio compreso tra due vetture parcheggiate su via Enrico Sticchi». 
Il 40enne era finito quindi a processo, sulla base di un decreto di citazione diretta a giudizio. Nel corso del dibattimento sono state ascoltate le parti e anche i testimoni. È emerso anzitutto che non vi era alcuna reale intenzione di ferire o di provocare danni alle presunte vittime. Ma, al di là del dibattito sulle intenzioni, una questione tecnica è stata rappresentata al giudice monocratico. Se anche il conducente avesse voluto travolgere i due “passanti”, non ci sarebbe riuscito. Perché il mezzo d’ultima generazione guidato dall’imputato è dotato di un meccanismo che attiva i freni automaticamente in caso di eccessiva vicinanza a un “ostacolo”. Sia esso un altro veicolo o una persona. 
Chiusa così la vicenda, con un’assoluzione piena.

Il ragionamento seguito dal Tribunale in composizione monocratica sarà senza dubbio articolato, ma sarà reso noto con le motivazioni della sentenza che il giudice si è riservato di depositare in un termine di quaranta giorni.

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