Michele Laforgia non sarà l'avvocato di Alfonso Pisicchio: «Rinuncio all'incarico»

Michele Laforgia non sarà l'avvocato di Alfonso Pisicchio: «Rinuncio all'incarico»
3 Minuti di Lettura
Giovedì 11 Aprile 2024, 17:00

«Nella mattinata odierna ho provveduto a rinunciare al mandato difensivo in favore di Alfonso Pisicchio allo scopo di evitare, anche a tutela dell'indagato, qualsiasi ulteriore speculazione sulla presunta - e inesistente - interferenza fra la mia attività professionale, il mio impegno politico e la mia candidatura a Sindaco per la città di Bari. Preciso, inoltre, che, ovviamente, non sapevo e non potevo sapere nulla dell'ordinanza custodiale applicata anche nei confronti di Alfonso Pisicchio, dal quale ero stato nominato difensore a seguito di una perquisizione eseguita nel lontano luglio 2020». Lo annuncia in una nota Michele Laforgia che, oltre ad essere candidato sindaco per il M5S e una parte del centrosinistra, è anche avvocato penalista.

«Com'è noto - afferma - la legge non consente ai difensori di accedere a notizie coperte dal segreto istruttorio e men che meno di venire a conoscenza, in anticipo, della adozione e della imminente esecuzione di una misura cautelare.

Quello che sapevo, e che era noto a tutti, compresi naturalmente gli indagati, gli organi istituzionali e l'opinione pubblica, è che potevano esservi nuovi arresti. avendone riferito - in modo più o meno dettagliato - gli organi di informazione, e che vi era da quasi quattro anni un procedimento pendente per gravi reati a carico di Pisicchio e altre persone«. »Colgo l'occasione per ribadire - aggiunge - che il diritto di difesa è garantito dalla Costituzione e non può essere confuso con la connivenza con il delitto e con chi delinque. Nella mia lunga vita professionale ho difeso indagati e imputati, presunti innocenti sino a sentenza definitiva, non i reati dei quali erano accusati e che possono essere loro attribuiti solo al termine di un regolare processo». «Proprio per questo - conclude - l'impegno civile e politico non è e non può essere ritenuto in contrasto con l'esercizio della professione di avvocato, che è espressione del principio di legalità: chi sostiene o insinua il contrario ignora le regole fondamentali dello Stato di diritto o è in malafede». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA