Promesse in cambio di voti, l'allarme del produratore generale di Bari Leonardo Leone De Castris nella relazione dell'apertura dell'anno giudiziario. «La tenuta dell’etica e della moralità è un faro da tenere acceso. Si evidenziano contatti tra alcuni candidati e la criminalità organizzata: promesse in cambio di voti che mettono a rischio la democrazia - ha detto il procuratore -. È un fenomeno trasversale ai partiti: faccio appello perché candidature, in vista di europee e amministrative, siano soppesate».
La riforma
«La riforma costituzionale del premierato elettivo, che mira a rafforzare il potere del governo e a ridurre i contrappesi, potrebbe avere ricadute anche sul potere giudiziario. Il previsto premio di maggioranza rischia di vanificare la ratio pluralista sottesa al quorum dei tre quinti dei voti del Parlamento in seduta comune, necessario per l'elezione dei membri laici del Consiglio superiore della magistratura. Quorum che potrebbe essere raggiunto facilmente, senza alcun confronto con l'opposizione. La riforma costituzionale avrebbe quindi ricadute dirette sulla indipendenza e sull'autonomia della magistratura, alla cui tutela il Csm è preposto».
Lo ha detto a Bari, nel corso del suo discorso di inaugurazione dell'Anno giudiziairo, il presidente della Corte d'Appello Franco Cassano. Alla cerimonia, oltre al nuovo procuratore generale Leonardo Leone De Castris, presenti anche il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto e il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Cassano, che ha definito «consueti» e tra i «frutti avvelenati del sistema maggioritario» la «profilazione del singolo magistrato che emetta un provvedimento sgradito alla politica» e «la sua aggressione mediatica», si è poi soffermato su altre riforme costituzionali di cui si discute in questo periodo. «Non si muovono nella direzione di assicurare indipendenza e imparzialità» dei giudici alcune proposte di riforme costituzionali come quella della separazione delle carriere nella magistratura: «Un tema nei fatti irrilevante - ha detto -, alla luce dei limiti ai passaggi di carriera consentiti dalla riforma Cartabia, salvo che per le ricadute che se ne vorrebbero inferire in tema di duplicazione dei Consigli superiori».
Sisto: riforme nell'interesse del cittadino
Le riforme nella giustizia che il governo intende approvare sono "nell'interesse del cittadino, perché il processo possa essere più giusto". Lo ha detto a Bari il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, a margine del suo intervento per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, svoltosi nell'aula magna della Corte d'Appello di Bari. Il viceministro si è concentrato sui diversi temi in discussione, dalla riforma dell'abuso d'ufficio che "snellisce i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione", al "ritorno" dell'informazione di garanzia "a strumento di garanzia, non più un atto unilaterale per cui la condanna mediatica supera quella giudiziale". Ma il viceministro si è anche soffermato sul divieto di pubblicare le intercettazioni, sottolineando come "saranno pubblicabili solo quelle che il giudice riterrà utili nel suo provvedimento, non quelle che influiscono sui diritti dei terzi incolpevoli". "Dobbiamo fare in modo - ha concluso - che il cittadino abbia fiducia nella giustizia quando entra in un'aula di tribunale".