Nuovi basoli in via Alvino, scoppia la polemica: «Brutti e pericolosi, stanno già cedendo»

Nuovi basoli in via Alvino, scoppia la polemica: «Brutti e pericolosi, stanno già cedendo»
di Matteo BOTTAZZO
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Venerdì 10 Maggio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:38

Nuovi, per modo di dire, ma mostrano già evidenti e preoccupanti segni di cedimento. Oltre ad essere esteticamente non proprio belli. A dire il vero non hanno mai convinto i “nuovi” basoli di via Alvino (nel tratto davanti alla chiesa di Santa Maria della Grazia), nel cuore di Lecce: questo primo tratto della centralissima via su cui si affaccia l’anfiteatro romano da febbraio a luglio scorso è stato oggetto di un intervento per la mitigazione del rischio idrogeologico. I basoli esistenti sono stati smontati per poi essere riposizionati dagli operai dopo essere intervenuti su vari impianti idrici e fognanti. Ma il risultato, evidentemente, non è quello che ci si attendeva, visto che a meno di un anno dalla messa a dimora delle pietre la distesa di basolato presenta tante criticità. Intanto le fughe tra un basolo e l’altro appaiano essere troppo larghe (un particolare che in molti avevano notato) e in molte zone della strada il composto di cemento è già saltato o si sta sgretolando. Brutto da vedersi, ma soprattutto pericoloso: facile inciamparci.

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Le polemiche

«Non è un bel vedere - dice una coppia di turisti arrivati da Torino -. I basoli sembrano essere messi a casaccio, senza precisione e senza rispetto per una città così bella e piena di storia. Forse ci voleva un po’ di cura in più. Noi non siamo architetti o archeologi, per carità, ma salta subito agli occhi la differenza con il resto del basolato della piazza o di altre parti del centro storico». E poi a metà strada di via Alvino c’è questa brutta ferita, il dislivello che segna il confine tra la parte dove sono stati effettuati i lavori e dove ancora devono iniziare. La via si trova così, come detto dallo scorso luglio, e resterà in queste condizioni per tutta l’estate, visto che l’amministrazione - per venire incontro ai commercianti - ha deciso di riprendere i lavori a fine della bella stagione.
Tutto ciò, si diceva, a pochi passi dell’anfiteatro romano. E in molti, storici e non solo, speravano in questi lavori per poter svelare un altro pezzo del prezioso monumento. «Mi preme ricordare che l'anfiteatro romano di Lecce ha la potenzialità di essere un vero e proprio tesoro di dati storici. È uno dei pochi luoghi della città dove è possibile accedere facilmente alla storia sepolta sotto terra - sottolinea Paul Raymond Arthur, professore di Archeologia Medievale presso l'Università del Salento -. Per coloro che amano Lecce, amare la sua storia dovrebbe essere una priorità. Nonostante gli scavi dell’area dell’anfiteatro condotti nella prima metà del secolo scorso, in un momento in cui l'archeologia non era ancora pienamente sviluppata, molti aspetti della storia medievale di Lecce rimangono ancora avvolti nel mistero. I lavori di ricostruzione e ristrutturazione, sebbene necessari per il mantenimento della città, hanno spesso comportato la perdita di preziose informazioni storiche. Tuttavia, ci sono momenti in cui è possibile cogliere l'opportunità di recuperare parte di questo passato nascosto. Uno di questi momenti si è verificato durante i recenti lavori di ripavimentazione di via Alvino, durante i quali sarebbe stato possibile esaminare parte dell’anfiteatro e il suo interro preservato sotto il basolato attraverso scavi archeologici moderni - continua il docente -. Questo avrebbe offerto un'opportunità senza precedenti per gettare nuova luce sulla storia di Lecce, dall'epoca tardo-romana, attraverso il periodo bizantino, fino all'età moderna, un'opportunità che non è stata colta».
Lo sguardo del docente, innamorato del Salento e della sua cultura, ma nativo di Aldershot in Inghilterra, guarda ad un'altra opportunità che si sta presentando nei prossimi mesi: «È importante notare che ogni intervento comporta dei rallentamenti. Nonostante ciò, una città come Lecce dovrebbe afferrare con entusiasmo l'opportunità di esplorare e conoscere il proprio passato. Un'altra possibilità potrebbe arrivare dai lavori che presto verranno effettuati in via XXV Luglio, anche da qui potrebbero arrivare ulteriori informazioni cruciali sul patrimonio storico della città».
Ritornando a via Alvino, alla ripresa del cantiere, la ditta proseguirà sempre a ridosso del monumento, ma spostandosi dalla parte del Bar Alvino.

Terminata questa fase, poi, si passerà a quella più delicata e “invasiva” che prevede i lavori sul lato dove ora si affacciano i locali e i negozi, con la rimozione del marciapiede. 

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