«Sacerdoti, parroci, catechisti e operatori pastorali si astengano dal prendere posizione nel confronto tra i partiti, tra le liste e tra i candidati. Chiunque decida di candidarsi o di partecipare come attivista alla campagna elettorale si autosospenda da eventuali incarichi pastorali. È vietato mettere a disposizione della campagna elettorale chiese, oratori e luoghi di culto». Il monito, puntuale e sferzante, a presbiteri e diaconi, ai Superiori e alle Superiore delle case religiose ma anche ai priori delle confraternite e ai responsabili di associazioni e movimenti cattolici porta la firma dell’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia.
La lettera dell'arcivescovo a preti e fedeli
In vista delle amministrative e delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno - tornata elettorale che vedrà protagonisti al voto Lecce, Campi Salentina, Novoli e Lequile tra i Comuni della diocesi - l’arcivescovo ha preso carta e penna. «Come vescovo, sento il dovere di ricordarvi alcuni principi che dovranno guidare le nostre scelte e, di conseguenza, il nostro modus operandi - ha premesso Seccia - Ogni cristiano - ministro ordinato, religioso o laico che sia - ha il compito di essere “sale della terra… luce del mondo” (cfr.
Il monito: «Astenetevi dal prendere posizione o autosospendetevi»
Il monsignore, poi, si rivolge direttamente a sacerdoti e parroci, in particolare Ma anche ai catechisti, agli operatori pastorali impegnati nelle parrocchie e a chi ha responsabilità nell’associazionismo cattolico. «Noi abbiamo il compito di curare la nostra formazione alla dottrina sociale e poi di formare le coscienze, di favorire il discernimento personale, di motivare l’impegno, di incoraggiare le responsabilità. Ma abbiamo anche il dovere di astenerci dal prendere posizione nel confronto tra i partiti, tra le liste e tra i candidati - va dritto al punto Seccia - Sono errori - specie nella campagna elettorale per le amministrative - da non commettere per non creare ulteriori divisioni e rallentare gravemente il cammino della comunione. Solo così potremo favorire la libertà di tutti sia nel proporsi in prima persona agli elettori, sia nel votare». Chiunque decida di candidarsi o di partecipare come attivista alla campagna elettorale, poi, «è opportuno che si autosospenda da eventuali incarichi pastorali - insiste l’arcivescovo. Le nostre comunità non possono diventare bacini elettorali per coloro che, approfittando della propria posizione in parrocchia o nelle associazioni - e magari sotto il tacito beneplacito del parroco -, si preoccuperanno più di raccogliere consensi che di essere testimoni e servitori del Vangelo». Poi un ultimo “promemoria ai parroci, ai rettori delle chiese, ai superiori delle case religiose, ai priori delle confraternite: «Com’è consuetudine in queste circostanze, è vietato mettere a disposizione della campagna elettorale le strutture loro affidate».
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